Il jazz, fra i tanti generi musicali esistenti, di sicuro non è quello dall’ascolto più facile. Le ritmiche complesse e testi impegnati che lo caratterizzano richiedono particolare attenzione da parte dello spettatore e, se possibile, ancora maggiori abilità tecniche per chi invece lo suona.

Certo, al giorno d’oggi, non si può proprio dire che sia il genere musicale di punta del momento: infatti solo il 3% della produzione musicale mondiale è riconducibile a questo stile ma, come tutte le belle cose d’un tempo, il jazz non smette di affascinare il pubblico. Facciamo ora un breve salto nel passato per capire le origini di questa musica dall’anima nera.

Il Jazz: dagli albori di fine ‘800 fino al 1940

La leggenda vuole che il jazz, nato dalla fusione di diversi generi musicali e stili di canto popolare, sia nato a New Orleans (USA) intorno ai primi anni del XX secolo e che si sia poi via via affermato solamente a partire dal 1915.

Di fatto il jazz nacque grazie alle popolazioni di origine africana che venivano deportate in America e costrette al lavoro forzato e alla schiavitù.

Canti di lavoro e musica gospel sono il cuore di questo genere musicale che, fusi insieme ai canti spiritual e al ragtime pianistico, tra il 1930 e il 1940 rendono il jazz la musica da ballo più ascoltata (e ballata) dell’epoca.

Erano gli anni del proibizionismo e gli alternativi locali speakeasy, nei quali era possibile consumare alcolici sottobanco, diventarono la seconda casa di chi amava ballare lo swing e bere whiskey on the rocks.

Il termine si suppone derivi dal verbo francese “jaser”, gracchiare, che nel francese dialettale della New Orleans dell’epoca era usato anche come sinonimo di copulare.

Complici i battelli che per necessità accompagnavano a nord le persone in cerca di fortuna e di un lavoro migliore, che per rendere più serena la traversata del Mississippi ospitavano a bordo musicisti e cantanti, il jazz approdò a Chigago dove divenne famoso.

Qui è dove King Oliver, jazzista di fama, scopre e conosce Louis Armstrong e lo consacra quale miglior trombettista del 1925.

Per Louis il passo verso la notorietà assoluta sarà breve: vi basterà pensare che a tutt’oggi è considerato il più grande genio e musicista jazz mai esistito.

1940 – 1960: dagli anni d’oro del jazz alla rottura causata dall’incontro con la Beat Generation

Gli anni d’oro del jazz in America iniziano a sciamare intorno al 1945 in contemporanea con la nascita di un nuovo stile jazzistico nel quartiere di Harlem: il movimento bebop che vedrà la sua naturale evoluzione e culmine nel movimento free jazz degli anni ‘60.

Se negli Stati Uniti del 1945 -50 il jazz perdeva di attrattiva, eccezione fatta per il cool jazz instauratosi in California, in Europa era tutta un’altra musica.

Nel Vecchio Continente infatti, è proprio in questi anni che il blues si afferma e trova terreno fertile per supportare gli artisti che qui iniziano a fare lunghe tournèe sempre più frequenti.

Il free jazz degli anni ‘60 e lo stile di vita sregolato che spesso accompagnava gli esponenti di questo genere musicale, crearono una rottura nel pubblico ascoltatore: da un lato i benpensanti iniziarono a disprezzarlo, mentre dall’altro il free jazz trovò terreno fertile tra gli esponenti della Beat Generation conquistandone le simpatie e il supporto.

Kerouac, ad esempio, fu un grande appassionato del genere.

Il jazz dagli anni ‘70 ad oggi: il declino

Ed è così che in un attimo siamo nel 1970, con il rock che diventa il genere musicale di punta e spodesta definitivamente il jazz dalle sale da ballo.

Negli anni ‘80 poi la musica disco metterà il jazz per sempre in secondo piano.

Da quegli anni ad oggi il jazz non è poi cambiato molto ma, se non altro, si può dire che è tornato ad essere un genere di nicchia come lo era stato agli albori.

Oggi ascoltare jazz è ancora possibile e sparsi nel mondo ci sono dei locali e dei club che propongono i migliori spettacoli jazz che si possa desiderare.

In Italia, e più precisamente a Milano, c’è il Blue Note il più famoso locale jazz d’Europa. Ma anche altre città italiane vantano i loro locali dedicati a questo genere musicale: se volete scoprire quale sia il più vicino a casa vostra, vi consigliamo di dare un’occhiata qui.

Ci terremmo però a specificare che ridurre il jazz a un mero saggio ed elenco di date è riduttivo:

“Cos’è il Jazz? Amico, se lo devi chiedere, non lo saprai mai”

Louis Armstrong